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La tecnica ceramica Raku

Giocare con il fuoco

La tecnica della ceramica Raku affonda le sue origini nel Giappone del 1500.

La considero un'arte estremamente affascinante.

A differenza della tecnica ceramica classica, in cui l'oggetto attende il raffreddamento lento e delicato all'interno del forno, nella tecnica Raku, alla fine della seconda cottura, l'oggetto viene estratto dal forno incandescente (1000 °C) e portato repentinamente a temperatura ambiente. Lo sbalzo termico crepa lo smalto sulla superficie, dando vita a una rete di cavilli trasparenti che diventeranno poi neri nello step successivo.

A questo punto inserisco l'oggetto, ancora incandescente, in un contenitore colmo di segatura (o altro materiale combustibile, come foglie, carta, aghi), la quale prende immediatamente  fuoco.

 

Il fumo che ne deriva è ricco di carbonio e viene sfruttato per dipingere la ceramica. Il fumo penetra nei pori dell'argilla aperti per qualche decina di secondi per l'alta temperatura, e colora i cavilli di nero, dando vita ai famosi craquelè tipici della tecnica Raku.

 

Le fiamme hanno invece la funzione di bruciare l'ossigeno a contatto col pezzo per creare un'atmosfera di assenza di ossigeno che viene sfruttata per portare in riduzione gli ossidi di metallo contenuti negli smalti. Infatti, quando progetto e creo gli smalti, inserisco tra le materie prime ossidi di metalli (di rame, di cobalto, di ferro, di manganese e altri) i quali sono responsabili della colorazione dello smalto. Questa colorazione dipende dalle reazioni chimiche in cui va incontro l'ossido di metallo una volta estratto dal forno.

Se inserisco l'oggetto direttamente nel contenitore con la segatura che prenderà subito fuoco, l'ossido di metallo in questa atmosfera di assenza di ossigeno si ridurrà completamente. Ad esempio l'ossido di rame (o il carbonato di rame) offrirà una colorazione metallica/ramata. Per questo motivo, il contenitore con materiale combustibile prende il nome di Camera di riduzione.

Se al contrario faccio trascorrere qualche decina di secondi tra l'estrazione dal forno e l'inserimento nella camera di riduzione, gli ossidi di metallo a contatto con l'ossigeno nell'aria vanno incontro ad un processo di ossidazione. Nell'esempio di prima, l'ossido di rame prenderà una colorazione turchese o verde (a seconda della percentuale di ossido aggiunta nello smalto).

 

Qualsiasi variazioni di tempistiche, anche minima, porterà a risultati diversi.

Quindi in pochi secondi l'effetto cromatico del pezzo artistico, uscendo dalle fiamme, si sarà completamente trasformato, assumendo la sua personale colorazione e il suo fascino finale

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